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Sant’Antonio Abate in Toscana, tra falò e benedizioni

Sant’Antonio Abate in Toscana, tra falò e benedizioni

Il culto di Sant’Antonio Abate in Toscana: le origini

In Toscana, con particolare riferimento alla zona del carrarese, il culto di Sant’Antonio Abate è parte del bagaglio culturale degli autoctoni. Qui il culto del Santo protettore degli animali si ricollega alla cura dei campi, sicuramente, ma anche all’usanza dell’epoca di trasportare a valle i blocchi di marmo – Massa Carrara è famosa per la sua produzione e lavorazione del marmo; anche il grande maestro italiano Michelangelo Buonarroti ne usufruiva per le sue sculture - sfruttando la forza trainante dei buoi. La leggenda narra che Sant’Antonio Abate passasse le notti tra il 16 e il 17 gennaio nelle stalle dei carraresi, ascoltando gli animali e aiutandoli qualora servisse. L’usanza del carro trainato dai buoi è ormai passata di certo, ma la benevolenza verso questi animali e la devozione verso il Santo non sono affatto parte di usanze passate. Oltre ai buoi in Lunigiana un altro animale è “santo” per la popolazione: il maiale. Perché si da il caso che in questa zona si produca l’unico e inimitabile lardo di Colonnata, prodotto tipico della gastronomia carrarese e conosciuto in tutto il mondo. Ma tornando alla tradizione della Festa di Sant’Antonio, ecco spiegata la ragione per cui il Santo è così ben voluto qui. E le tradizioni che si rinnovano di anno in anno sono due: la benedizione degli animali e l’accensione dei falò. Il fuoco, rito mistico introdotto in un secondo momento, ha lo scopo di riscaldare la terra e favorire così un buon e veloce ritorno della primavera.

Il tradizionale falò a Filattiera, in Lunigiana

È l’antica tradizione popolare a decidere i festeggiamenti della giornata dedicata al Santo protettore degli animali. La sera di ogni 16 gennaio, alla vigilia della festa, tutta Italia è unita dal calore e dalla devozione verso Sant’Antonio Abate. Dalle piazze ai più piccoli borghi divampano i falò accesi per scaldare corpi e anime dei partecipanti. Suggestivo e incantato è quello che si accende a Filattiera, in provincia di Massa Carrara, in quel meraviglioso areale chiamato Alta Lunigiana che sfuma i confini tra Toscana e Liguria. Succede tutto accanto al castello dei Malaspina, alla cosiddetta “Porta” all’ingresso del borgo di Filattiera. Il fuoco viene acceso dagli abitanti, benedetto dal prete e poi è festa. Si balla, si canta, si mangia e si beve, all’insegna della condivisione.

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