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Le Vie Cave Etrusche

Le Vie Cave Etrusche

Vie cave: origini e interpretazioni

La porzione di territorio collinare compresa tra il Monte Amiata, il fiume Fiora, il suo affluente Lente e il confine con la Regione Lazio è generalmente conosciuta come “Toscana dei Tufi”: il tufo, infatti, è il materiale protagonista nell’affascinante paesaggio caratterizzato da un immenso patrimonio archeologico, dai suggestivi borghi medievali e dalla natura ricca ed incontaminata. L’area dei comuni di Pitigliano, Sovana e Sorano, in particolare, è interessantissima dal punto di vista storico archeologico, data la presenza delle cosiddette vie cave, chiamate anche“tagliate”, ovvero opere etrusche ricavate nel tufo poste al di fuori dei già noti e battuti  itinerari turistici della regione. Si tratta di profondi e ciclopici percorsi semi sotterranei, dei quali rimangono ancora oggi oscuri molti aspetti. Il mistero circa la loro origine, e soprattutto la funzione, ha portato nel tempo storici e archeologi ad ipotizzare varie spiegazioni. Secondo alcuni si tratterebbe di corridoi per convogliare le acque piovane, secondo altri semplici di vie di comunicazione, per altri ancora, infine, dei passaggi segreti per sfuggire agli attacchi nemici. La prossimità delle vie cave a necropoli e altre aree sacre, tuttavia, è indice di come tali percorsi avessero significati simbolici speciali per il popolo etrusco. Fra le ultime ipotesi formulate dagli studiosi, quella che sembrerebbe raccogliere maggiori consensi mette in relazione queste opere ad alcuni aspetti “misterici” della religione etrusca: il culto della Madre Terra e del mondo sotterraneo, le ritualità in onore degli antenati, degli Dei inferi e dell’Oltretomba. Presso molte civiltà antiche il “labirinto” era associato al mondo ultraterreno e, dunque, percorrerlo equivaleva ad una sorta di rito della rinascita.

Sport tra la storia. Il Trekking lungo le vie cave toscane

Per chi fosse interessato a scoprire queste antiche testimonianze della civiltà etrusca e ad assaporare il fascino di luoghi selvaggi e contemporaneamente il mistero delle più recenti scoperte archeologiche, diversi sono i possibili itinerari da percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo. Nella zona di Pitigliano si contano 15 vie cave che conducono in diverse direzioni: fra queste, le due maggiormente conosciute e praticate sono la via cava di San Giuseppe e quella di Fratenuti che si contraddistingue per le mura verticali, alte fino a venti metri, e per la presenza di graffiti di epoca etrusca. Dal sito archeologico di Sovana, distante qualche chilometro dall’omonimo borgo e noto per la presenza della “tomba di Ildebranda”, hanno origine l’imponente Cavone e la via Cava di Poggio Prisca. Poco distanti, all’interno del Parco Archeologico Città del Tufo, si trovano la via cava di San Sebastiano che, con le sue pareti di 80 metri di altezza, parte vicino alla tomba della Sirena, e la via cava del Fosso Folonia. Non ultime le suggestive vie cave di San Rocco, San Valentino e Case Rocchi; a 2 chilometri da Sorano, raggiungibili seguendo la strada che scende verso il torrente Lente. Quella di San Rocco, in particolare, ha inizio in prossimità dell’omonima chiesa romanica e attraversa diverse tombe di epoca etrusca. La peculiarità delle vie cave di Sorano è insita nel loro aspetto geomorfologico, essendo lunghe, strette e incassate nella roccia tufacea che dai Pianetti scende per lambire il torrente. Altro aspetto caratteristico è il loro essere immerse in una vegetazione così fitta da non consentire il passaggio della luce. 

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