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Dolci tipici della Toscana

Dolci tipici della Toscana

Arte culinaria

Arte, tradizione e gusto: sono queste alcune delle parole chiave quando si parla dell'Italia. Il grande patrimonio artistico e il resistente legame con il passato si perfezionano con i tipici sapori, intensi ed unici. Difficile stabilire quale sia il posto dove primeggino queste caratteristiche, ma sicuramente la Toscana ha le carte in regola per gareggiare. Tra città d'arte e natura, il buon cibo non manca. Se sono a tutti familiari la pappa al pomodoro, la ribollita, la panzanella e la fiorentina, dobbiamo anche conoscere i dolci tipici toscani, ideali per chiudere al meglio un pasto legato alla tradizione. Allora, se magari siete in vacanza in Toscana, ecco i 5 dolci caratteristici a cui non potrete dire di no.  

I cinque dolci da assaggiare

I cantucci, chiamati anche biscotti di Prato, sono senza dubbio una tra le espressioni più importanti e gustose della biscotteria toscana. Il loro percorso storico non è stato sempre così chiaro, considerando anche le numerose rivisitazioni alla ricetta classica che nel tempo sono state apportate. Quello che invece è certo è che, nel 1691, niente meno che l’Accademia della Crusca ne definì i caratteri principali, identificandolo come un “biscotto a fette, di fior di farina, con zucchero e chiara d'uovo”. A fine XVII secolo era Pisa il centro principale di produzione. Il tocco distintivo che però oggi caratterizza la ricetta principale dei cantucci, ovvero la mandorla, fu aggiunta solo nella seconda metà dell’800, durante il periodo di Caterina de Medici. Come accennavamo prima, vi sono numerose varianti di questi biscotti croccanti: c'è chi nella preparazione utilizza il burro, chi l’olio, chi tosta le mandorle e chi aggiunge la buccia di limone o i semi di anice. Qualunque siano i vostri preferiti, sarà un piacere gustarli accompagnati da un ottimo Vin Santo, anche questo prodotto tipico della zona.   Spostandoci di qualche centinaio di chilometri più a sud, a Siena, è possibile trovare un altro dolce tipico regionale, ovvero le copate. Dalla forma arrotondata, il dolce tipico senese diventa un protagonista assolute delle tavole locali soprattutto nel periodo natalizio. Anch’esso reso noto dal suo composto a base di mandorle, ha una squisitezza al palato davvero unica. Merito della sua ricetta, tanto semplice quanto buona: alle mandorle basta semplicemente aggiungere del miele, noci e anice stellato per racchiudere poi il tutto tra due ostie, le quali possono essere chiare, le più famose, o scure, nel caso venga aggiunto un pizzico di cacao. Una variante, quella più scura, molto in voga nell’antichità ma che oggi viene commercializzata sempre di meno. Simili nella preparazione e nate anch'esse nel Medioevo, le copate di Siena non devono essere però confuse col torrone (del resto, l'impasto di miele e albumi era caratteristico nella preparazione di dolci durante quel periodo). Nati nel lontano 1400, con il nome di biriquocoli, i cavallucci sono tra i dolci toscani più antichi ancora in voga ai giorni nostri. Tanto amati da Lorenzo il Magnifico, devono il nome all'apprezzamento da parte dei conducenti dei cavalli che con le loro diligenze sostavano nelle osterie delle campagne locali in cui venivano serviti.Sono biscotti molto gustosi, caratterizzati da un impasto solido e consistente, fortemente aromatizzato con spezie e arricchito da numerosi pezzi di noci. Durante il corso del tempo la ricetta ha subito numerose variazioni che hanno visto l'aggiunta del miele, dello zucchero e dei canditi raffinati. Come detto per i cantucci, anche i cavallucci sono ancora più interessanti sotto il profilo del gusto se accompagnati con vini liquorosi come il Vin Santo e il Moscato o, uscendo dai confini regionali, il Marsala e il Passito di Pantelleria.   Nel nostro elenco non poteva certo mancare lo zuccotto, un classico della pasticceria italiana, nato centinaia di anni fa tra le botteghe dolciarie fiorentine. Secondo la tradizione fu un grande toscano vissuto a cavallo tra il 1500 e il 1600, ovvero Bernardo Buontalenti, architetto e scultore con la passione per la cucina, già ideatore del gelato, a creare la ricetta. Non per nulla questo dolce, morbido esternamente, ha un cuore interno di gelato che lo rende fresco e gustoso al palato, perfetto per essere consumato nelle stagioni calde. Il nome, zuccotto, pare sia dovuto ai piccoli elmi usati all’epoca dalla fanteria, all’interno dei quali il Buontalenti mise a riposare i suoi primi esperimenti di pasticceria.   Concludiamo questa lista con un dolce tipico e sfizioso: i brigidini di Lamporecchio, un piccolo borgo di poco più di 7 mila anime in provincia di Pistoia. Le cialde arrotondate, firabili e di colore giallo-arancio, sono il risultato di un impasto di zucchero, farina, uova ed essenza liquida di anice (nelle ricette tradizionali vengono usati anche i semi). Molto diffusi durantemanifestazioni, sagre e fiere toscane, i brigidini sono proposti dai venditori che, utilizzando una macchina ad hoc, lo preparano in pochissimi minuti. La chicca: questo dolce pare abbia avuto origine da uno sbaglio fatto durante le preparazione di ostie in un convento locale di monache devote a Santa Brigida, le brigidine, da cui appunto deriva il suo nome.

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